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Quante volte nascondiamo agli altri le nostre ferite, a volte causate da noi stessi, spesso da altri? Quelle che giacciono in profondità, nascoste all'occhio umano? E quanto vorremmo che qualcuno fosse in grado di condividere il peso che portiamo sulle spalle, come Atlante, il re mitologico greco che sorregge il peso del mondo, e di prendersi cura di queste nostre cicatrici che ogni tanto tornano a sanguinare. Enrico, fotoreporter di fama internazionale, porta in sé un grande dolore che fatica a sconfiggere o ad allontanare, malgrado gli aiuti e gli sforzi profusi. Il destino gli porge su un piatto d'argento l'occasione per trovare la pace e giustizia che aspettava da oltre trentacinque anni, quando si trova in Argentina, a Buenos Aires, per assistere alla finale della coppa del mondo di calcio del 1978. Le amicizie nuove di quei giorni, assieme ai ricordi di un'infanzia spensierata dove i valori dello stare insieme erano fondamentali, lo aiuteranno a lenire il dolore ormai radicatosi nel corpo e nell'anima.